KLF by John Higgs

KLF by John Higgs

autore:John Higgs [John Higgs]
La lingua: ita
Format: epub
editore: NERO
pubblicato: 2018-06-18T16:00:00+00:00


SECONDA PARTE

CORNA

8.

CERIMONIE

In occasione del solstizio d’estate del 1991, a qualche decina di giornalisti provenienti da tutta Europa fu chiesto di presentarsi muniti di passaporto all’aeroporto di Heathrow. Lì furono imbarcati su uno speciale volo charter che li avrebbe portati – così venne loro spiegato – a una cerimonia nel regno perduto di Mu.

In realtà l’aereo li portò in Scozia, presso l’isoletta di Islay nelle Ebridi Interne, dove un pulmino e poi un traghetto li condussero fino alla vicina isola di Jura. Il doganiere che li accolse su Jura era Bill Drummond. Era seduto a una scrivania con un paio di baffi finti e, travestito da ufficiale della dogana, stampò il logo del «pyramid blaster» sui passaporti di ognuno. Ai giornalisti fu poi fatta indossare una tunica e vennero condotti in silenziosa processione attraverso l’isola. In testa al corteo, una figura in bianco con un unico grande corno che spuntava dal cappuccio li condusse alla destinazione finale: un uomo di vimini alto quasi venti metri circondato da un impianto audio nascosto.

Si misero in cerchio intorno alla figura. A questo punto Drummond si rivolse a loro, la sua identità ancora ignota per via della tunica e del corno. Tramite un microfono sotto al cappuccio, la sua voce veniva mixata con la musica trance da rave sparata dall’impianto. La cerchia di giornalisti cantilenava mentre Drummond recitava un sermone in una lingua improvvisata e priva di significato da lui stesso inventata sul momento. «Avevo messo un piccolo microfono su Bill e intanto ero al mixer», ha raccontato Cauty a Richard King. «Lui stava su una specie di piattaforma davanti all’uomo di vimini, con questo corno in faccia, e fece tutto un discorso in una lingua che si era appena inventato. Fu una cosa davvero fichissima. Rimasero tutti a bocca aperta.»

Alla fine di quella che Cauty definì «una specie di finto rito pagano», l’uomo di vimini venne dato alle fiamme. Era davvero imponente. Non stava sull’attenti come quello del film The Wicker Man o quelli delle xilografie antiche. Portava entrambe le braccia aperte in aria e le gambe separate in posa eroica, e aveva l’aspetto di una stella a quattro punte in procinto di balzare in avanti. Non fece fumo né braci: prese subito fuoco, creando un’immensa colonna di fuoco puntata verso il cielo.

Fino a quel momento non si erano visti molti uomini di vimini nella cultura occidentale. Se ne trova traccia negli scritti di Cesare, secondo il quale i Galli se ne servivano nei sacrifici umani rituali. Non compaiono nella cultura popolare fino al film del 1973 di Robin Hardy, The Wicker Man, con Edward Woodward e Christopher Lee, che era stato girato nei pressi della città natale di Drummond, Newton Stewart, nella Scozia sudoccidentale. Il solstizio d’estate del 1991 non vide solo il rogo dell’uomo di vimini dei KLF sull’isola di Jura, ma anche il primo nel deserto di Black Rock in Nevada, evento che poi si è evoluto fino a diventare il famoso festival Burning Man. Questo evento, pensato dai suoi fondatori



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